Il 9 giugno 2022 l’imprenditrice, blogger e influencer Chiara Ferragni ha fatto visita, nella sua abitazione milanese, alla senatrice Liliana Segre, un’italiana di cui essere orgogliosi e uno dei membri più degni di sedere sugli scranni del Senato. Qualche settimana fa, la signora Segre, novantunenne sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, aveva invitato l’imprenditrice a visitare il Memoriale della Shoah di Milano, sorto intorno al binario 21 della Stazione Centrale da cui furono deportati nei lager migliaia di ebrei e oppositori politici. Tra di loro vi fu anche la tredicenne Liliana Segre. Si capisce perché la senatrice milanese sia stata uno dei fondatori del Memoriale, su cui ha voluto la grande scritta “Indifferenza”, e perché abbia tanto a cuore che sia conosciuto sempre di più, soprattutto dai giovani.
“Trascorrendo molto tempo con i miei nipoti –ha detto al Corriere della Sera– ho capito che il mondo è cambiato. E siccome oltre che intelligente e con più di 27 milioni di follower, Chiara Ferragni si è già impegnata con il marito Fedez in iniziative civili e sociali, ho pensato che fosse la persona giusta da coinvolgere”. Durante l’incontro è stata concordata una visita al Memoriale, in cui la senatrice farà da guida, in forma privata e a porte chiuse, alla nota imprenditrice. Dal suo punto di vista, la senatrice Segre, costretta alla sua età a muoversi con la scorta dopo minacce ripetute, fa benissimo ad attivarsi in tutti i modi per far conoscere il Memoriale che per lei è anche un crudele ricordo personale. Ed è certamente positivo anche che la signora Ferragni, uno dei simboli globali del consumismo, abbia fatto visita a una specie di monumento nazionale e insigne testimone degli orrori del XX secolo. Ora sul suo account Instagram appare una foto che la ritrae insieme alla senatrice. Ma dopo lo scatto e, immaginiamo, le decine di migliaia di like, cosa succederà?
Il 16 luglio del 2020 Chiara Ferragni si trovava all’interno della Galleria degli Uffizi a Firenze per un servizio fotografico per la rivista di moda Vogue. Eike Schimdt, direttore della prestigiosa galleria, ha colto la palla al balzo e il giorno successivo ha guidato personalmente l’influencer in una visita del museo dove l’ex modella è stata fotografata di fronte alla Nascita di Venere e alla Primavera di Botticelli. Nel comunicato dedicato all’evento, l’ufficio stampa degli Uffizi verga una didascalia in cui l’imprenditrice viene definita “divinità contemporanea dell’era social”. Il museo ha poi postato una storia Instagram in cui la Ferragni invita a visitare gli Uffizi, “one of the most beautiful museums in the world, so come and visit it!”, rivolgendosi in inglese a un pubblico internazionale. L’operazione ha avuto grande sucesso, visto che le visite, soprattutto da parte dei più giovani, sono aumentate notevolmente. Nell’ottobre dello stesso anno, Eike Schmidt ha dichiarato: “L’analisi dei numeri ce lo conferma: per i visitatori sotto i 25 anni si è registrata una crescita stabile tra fine giugno e la terza settimana di agosto, in particolare per la fascia 19-25 anni”. Non sappiamo se il fenomeno, definito dal direttore “durevole e di ampio respiro” sia proseguito anche nei due anni successivi.
Sarebbe bellissimo se la futura visita di Chiara Ferragni al Memoriale di Milano sortisse lo stesso
effetto contro l’antisemitismo, il fanatismo estremista e le campagne d’odio che, soprattutto in rete, continuano indisturbate a prosperare. Nel caso questo avvenisse, la nota imprenditrice verrebbe trasformata da influencer in una vera e propria taumaturga. A questo proposito, per combattere una piaga italiana come il fenomeno dell’evasione fiscale, mi permetterei umilmente di suggerire alla signora Ferragni di postare sul suo account Instagram una sua foto con la propria dichiarazione dei redditi, affermando di essere orgogliosa di pagare tutte le tasse dovute. Considerando che, secondo gli esperti, l’evasione fiscale ammonta a circa 100 miliardi di euro (quasi la metà del Pnrr), questo potrebbe dare una svolta all’intera economia italiana e far imboccare al nostro Paese il sentiero virtuoso della crescita stabile. Purtroppo, i sociologi concordano nel ritenere che le giovani generazioni hanno modelli diversi e non conoscono i magistrati eroi, i medici che rinunciano ad arricchirsi e fanno i volontari nel Sud del mondo, i servitori dello Stato che mettono a rischio la propria vita per combattere la criminalità organizzata, i preti di strada che si prendono cura degli ultimi. Parafrasando Bertold Brecht, e correndo il rischio di essere accusati di passatismo, si potrebbe affermare: “Beati quei popoli che non hanno bisogno di influencer”.
Galliano Maria Speri